Plac Grunwaldzki

 

La crescita della Polonia in questi ultimi venti anni è stata davvero notevole. A rendere l’idea di ciò, oltre al consistente incremento del reddito pro capite è soprattutto il dato relativo al tasso medio di crescita, più alto di diversi punti percentuali rispetto a quello dei più ricchi paesi europei, ad es. la Germania. In pratica l’economia polacca dal 1988 è cresciuta di circa il 200% ed anche durante gli anni di sofferenza del sistema economico continentale ha avuto un incremento di quasi il 20%.
 

Il punto di partenza

Lo sviluppo economico che ha interessato la Polonia è ben visibile, soprattutto se guardiamo alla situazione di qualche decennio fa. Nell’analisi della realtà attuale, infatti, non dobbiamo dimenticare quale fosse il punto di partenza di quest’area geografica.
L’Europa orientale, ancor prima dell’occupazione sovietica, data la lontananza con l’occidente, al contrario di quest’ultimo che incentrava la propria attività economica sulla produzione e il commercio e nel XVIII secolo fu interessata dalla rivoluzione industriale, continuò per secoli a basare la propria economia sul latifondo e lo sfruttamento della terra. La Polonia, prima inserita dentro questo contesto, poi soggetta all’influenza del regime comunista, ha così scontato un ritardo notevole nello sviluppo economico che, tuttavia, dal biennio 1988-89, con le prime leggi sulla libertà economica e le prime elezioni democratiche dal dopoguerra, ha cercato rapidamente di colmare.
 

Le ragioni di una crescita record

DenaroA detta dei principali analisti, alla base di questo vero e proprio record di sviluppo, di cui ci sono pochi precedenti nella storia dell’economia mondiale, si possono considerare alcuni elementi emersi già negli anni ‘90: la nascita e il moltiplicarsi dell’imprenditoria privata che grazie anche ad investimenti provenienti dall’estero ha sostituito l’impresa statale, le scelte oculate sul piano normativo che hanno favorito una bassa inflazione e un tasso di cambio favorevole all’afflusso di capitali esteri, il superamento di una serie di vincoli che avvantaggiavano lobby locali per consentire una piena apertura ai mercati mondiali. Tutto ciò unito naturalmente all’operosità, al coraggio e all’ambizione di un popolo che si è voluto aprire all’internazionalizzazione ed ha intrapreso in maniera intelligente un radicale processo di cambiamento.
Inoltre, con l’ingresso della Polonia nell’Unione Europea, da un lato la politica di apertura verso l’esterno si è ulteriormente rafforzata consentendo al paese di poter contare su una fiducia ancora maggiore da parte degli investitori, dall’altro sono entrati nelle casse dello stato polacco ingenti fondi comunitari, pienamente e intelligentemente utilizzati soprattutto per migliorare le sue infrastrutture, in particolare la rete stradale e le linee del trasporto pubblico.
 

Prospettive per il futuro

Sede Commissione UEE’ naturale che oggi questo processo stia subendo un rallentamento. Le ragioni possono essere diverse. Anzitutto il fatto che l’economia polacca, ora che è perfettamente integrata con quella delle grandi potenze continentali, inevitabilmente comincia a risentire di qualche conseguenza della pesante crisi che ha interessato l’Europa. Pesano poi anche il venir meno dei benefici dell’iniziale periodo di profonde riforme strutturali e la graduale riduzione degli importanti gettiti finanziari derivanti dall’ingresso nell’UE.
Accanto a ciò molti esperti osservano che permangono ancora delle lacune strutturali, ad esempio nella capacità di assorbire forza lavoro, con una disoccupazione comunque alta, oppure nell’affidabilità della pubblica amministrazione, ancora troppo burocratizzata e non sempre al passo con i tempi. Così come ancora molta strada rimane da fare per adeguare le realtà più periferiche e agricole agli standard di sviluppo delle regioni più ricche e delle principali città. La popolazione rurale è spesso ai margini della società e vive in condizioni di arretratezza rispetto al resto del contesto sociale.
In ogni caso lo sviluppo non si sta arrestando, i ritmi di crescita sono forse più lenti del passato ma tutti gli indicatori sono positivi e lasciano ben sperare anche in prospettiva. Oggi la Polonia può contare su basi piuttosto solide, vanta un sistema industriale ed imprenditoriale efficiente, grandi gruppi stranieri presenti sul territorio, interessati ad investire non solo sulla manodopera a basso costo ma anche sulla ricerca e sulla formazione, un sistema infrastrutturale migliorabile ma già adeguato, una rete di servizi in grado di rispondere alle attuali necessità della società. Insomma la Polonia, ormai realtà moderna ed europea guarda al futuro con fiducia ed ottimismo, pronta a crescere e ad innovarsi ulteriormente.
Grazie anche a ciò questo paese è sempre di più visto dagli italiani e dai cittadini dell’Europa occidentale come meta per trasferire in pianta stabile il proprio business o per effettuare investimenti in grado di dare profitti sia nel breve che nel medio-lungo termine.