Museo dell'Arcidiocesi

L’idea di raccogliere oggetti sacri di interesse storico nacque dopo la brutale secolarizzazione dei monasteri in Slesia nel 1810 da parte delle autorità prussiane e in seguito alla massiccia opera di ricostruzione delle chiese avvenuta alla fine del XIX secolo. In quel periodo in tutta la Polonia numerosi oggetti di valore inestimabile finirono negli scantinati e nelle soffitte, alcune furono addirittura bruciate. Fortunatamente molti di questi oggetti furono recuperati e portati a Breslavia, dove il 29 ottobre del 1903 il cardinale Giorgio Kopp aprì e consacrò il Museo Diocesano (primo nome del museo). La data di fondazione del Museo è convenzionalmente il 1 agosto 1898, quando fu realizzata una breve guida alla raccolta.

All’inizio il Museo era un piccolo locale pieno di oggetti curiosi con caratteristiche piuttosto diverse rispetto al classico museo. Purtroppo, come tutta la città, anche questo Museo e la sua collezione hanno pesantemente sofferto durante l’ultima guerra. Molti reperti furono sottratti e mai riportati a Breslavia, alcuni si persero, altri andarono distrutti. Nonostante ciò il Museo dell’Arcidiocesi è uno dei più ricchi della Polonia.
Attualmente esso è anche un rinomato centro didattico e nelle sue sale vengono organizzate importanti conferenze sulla storia dell’arte sacra e sulla storia della Chiesa in Slesia.

Il museo ospita non solo oggetti sacri (circa 6.000), ma anche circa 500 libri. La collezione del museo racconta la storia dell’arte della Slesia, il suo sviluppo, i cambiamenti stilistici e ideologici avvenuti nel tempo. Al suo interno si può pure vedere un’interessante mostra permanente dell’arte antica dal IX sec a.C. al III sec d.C. La collezione del museo raccoglie opere scultoree (es. “San Giovanni Battista”, la più antica statua romanica in Bassa Slesia), pitture (es. “Madonna sotto gli abeti”, di Lucas Cranach il Vecchio), oggetti di arte orafa, tessuti.

Particolarmente curioso è il libro chiamato “Księga Henrykowska”, una cronaca del XIII sec, scritta in latino. Esso è di particolare importante in quanto contiene la prima frase scritta in polacco. Per tale ragione è inserito nella lista UNESCO denominata “Memoria del Mondo”. Adesso sorge spontanea la domanda “Quale è la prima frase scritta, in lingua polacca? Parla magari della morte di un sovrano, di una incoronazione?”. Niente di tutto questo…
La prima frase recita “Dai, adesso macino io, e tu riposa” …Si riferisce ad una storia narrata nel libro. Il protagonista del racconto è un uomo che sposò la figlia di un chierico, una contadina grassa e goffa. Questa spesso aiutava il marito nei mulini ad acqua e nel macinare il grano. Una volta l’uomo, in pena per la moglie, pronunciò la frase “Sine, ut ego etiam molam”.
Tutto il racconto è esclusivamente in latino, tuttavia la frase detta dal marito è stata tradotta in lingua polacca.

 

Księga Henrykowska che contiene la prima frase scritta in lingua polacca
Księga Henrykowska che contiene la prima frase scritta in lingua polacca.

 

Indirizzo

Plac Katedralny, 16
Tel: + 48 71 327 11 78
Per saperne di più www.muzeum.archidiecezja.wroc.pl

 

Orari

Martedì – sabato: 9.00 – 15.00
Domenica e lunedì chiuso

Ingresso a pagamento