Chiese Isola della Cattedrale

Nell’antica lingua polacca “ostrowa” significa proprio “isola”. Ormai sebbene questa zona venga ancora chiamata “Isola”, non è più tale. Infatti, nel 1807, per volere di Napoleone, furono distrutte le fortificazioni e si riempì una gran parte del bacino di Oder e dei fossati.

Visitando questa parte di Breslavia bisogna ricordare che proprio qui, più di mille anni fa, iniziò la storia di questa splendida città ed è assolutamente obbligatoria una visita, se non altro perché vi si trovano alcuni dei più importanti monumenti. Tra questi il più importante è senz’altro la Cattedrale gotica di San Giovanni Battista, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. Sono degne di nota anche la chiesa di Santa Croce e il Museo dell’Arcidiocesi. L’isola è bagnata dai fiumi Olawa, Sleza e Widawa, che qui hanno la propria foce e soprattutto dal fiume Oder che qui si dirama in numerosi rami creando delle vere e proprie isole: Wyspa Piasek, Wyspa Słodowa, Wyspa Bielarska, Wyspa Młyńska, Wyspa Tamka, Wyspa Daliowa.
 
Isola della CattedraleI reperti archeologici possono aiutarci a capire come poteva apparire Ostròw ai tempi della dinastia di Piast. Qui si trovava una fortezza, realizzata probabilmente nel X secolo. Era interamente costruita in legno e non aveva parti in muratura. All’inizio dell’XI secolo venne costruito il primo edificio in blocchi di pietra, la chiesa di San Martino. L’isola e i suoi abitanti si potevano giovare di un naturale sistema di protezione rappresentato dalla posizione. In ogni caso l’Oder non solo era un mezzo di difesa, ma rappresentava anche una valida via di comunicazione, tanto che in quell’epoca  vivevano nell’isola 1500 persone.

Nel XII secolo, il duca della Slesia – Boleslao l’Alto, spostò qui la sua sede e iniziò la sostituzione della precedente costruzione in legno con una nuova in mattoni. Nel XIII secolo intorno al borgo fu alzata una cerchia muraria con due torri. I successivi sovrani spostarono la loro residenza nella sponda sinistra del fiume Oder.

Nel 1315 l’isola fu venduta alle autorità ecclesiastiche e si formò un vero e proprio piccolo stato della Chiesa. In corrispondenza del ponte che conduceva all’isola, il Ponte della cattedrale, si trovava un passaggio di frontiera. Vigeva addirittura l’obbligo, anche per i sovrani, di togliersi il copricapo, prima di entrare nel territorio dell’isola. Ciò era un simbolo del fatto che nell’isola non era riconosciuta la giurisdizione secolare. Non a caso vi si rifugiavano molti cittadini che avevano violato le leggi laiche a Breslavia.

Nell’anno 1807 questa parte della città subì una profonda rivoluzione. Furono infatti demolite le fortificazioni e fu riempita una parte del bacino del fiume Oder. Dopo questo intervento dell’isola rimase solo il riferimento nel nome, visto che Ostròw da allora divenne parte della terraferma. L’unico elemento che oggi ricorda il fatto che la zona un tempo era tutta intorno bagnata dalle acque è il laghetto del Giardino Botanico.

 

Porta dello Gnocco
 
Durante la seconda guerra mondiale gli edifici di Ostròw andarono in gran parte distrutti. Successivamente, però, un lungo e sistematico lavoro di ricostruzione ad opera di restauratori polacchi, completatosi tra gli anni 70 e 80 del XX secolo, ha restituito piena vita ad un gruppo di edifici che rappresentano uno degli esempi più belli dell’architettura religiosa in Europa.

 

Ostrow Tumski